Come promesso nell’articolo precedente vediamo adesso l’altra “faccia” della biomassa per uso domestico.

Il pellet. Esso deriva di solito da segatura di legno, ma potrebbe essere realizzato anche partendo da cereali o altri semi sminuzzati, da soli o in miscela con la segatura. Ovviamente, in base alla sua composizione cambiano le caratteristiche, e i vari tipi hanno utilizzi diversi.

Per normativa il pellet non può contenere né colle né resine sintetiche, ma solo legno, o altre materie prime, vergini. Molto spesso sono scarti di produzione di segherie o partite “scadute” di derrate alimentari (nel caso dei semi).

Il solo motivo per cui la segatura si ricompatta nella forma che vediamo è la pressione che viene esercitata nelle trafile di produzione.

Per questo motivo la paura di causare emissioni nocive utilizzando pellet è ingiustificata. Tutt’altro: il fatto di avere pezzatura uniforme, composizione certa senza praticamente scorza e, soprattutto, macchine per bruciarlo messe a punto per le caratteristiche abbastanza uniformi del combustibile lo rendono più ecologico delle altre forme di legno.

Tanto che spesso, sulle caldaie di grandi dimensioni, per il cippato e la legna sono necessari filtri catalizzatori per abbattere le emissioni, cosa invece quasi mai necessaria sul pellet.

Torniamo invece alle macchine da installare nelle nostre abitazioni: le stufe da casa, per la loro forma interna e per il sistema di estrazione delle ceneri, lavorano meglio con pellet di solo legno, magari con preponderanza di legni di conifere, che danno minore potere calorico, ma bassissima produzione di cenere.

Se invece abbiamo una caldaia, allora potremmo utilizzare anche pellet con legno di latifoglie, più “calorico” anche se con più residui.

I pellet con miscela di cereali invece richiedono caldaie specifiche, omologate allo scopo, perché hanno bisogno di regolazioni diverse per una combustione ottimale.

Sfatiamo un mito: pellet scuro e chiaro.

Spesso si ritiene il colore del pellet un metodo di valutazione della qualità; ciò non corrisponde a verità. Il colore dipende da due fattori: ovviamente il materiale con cui viene prodotto, e poi la pressione con cui viene trafilato. Maggiore è la pressione con cui viene estruso dalle macchine, maggiore è il riscaldamento che subisce e quindi si scurisce un po’. Per mantenere chiaro il pellet spesso la segatura viene sbiancata. Talvolta con solventi o prodotti chimici.

Quindi, paradossalmente, un pellet più scuro è garanzia del non utilizzo di prodotti chimici durante la sua fabbricazione e di elevata compattezza del pellet stesso, caratteristica positiva ai fini della resa.

Concludendo, le caratteristiche da verificare per acquistare un pellet di qualità sono la presenza di certificazioni (per stufe da casa A1, A2,), la quantità di ceneri e il potere calorico. Da non sottovalutare, ma questa è una caratteristica da valutare visivamente, la quantità di polvere nel sacco. Spesso è dovuta ad un non corretto sistema di trasporto e stoccaggio dei sacchi.

La polvere, ovvero la segatura sciolta, è un problema per le macchine da installazione casalinga; non deve pertanto essere introdotta nei serbatoi, perché tende ad agglomerarsi nella coclea di trasporto, fino a causarne malfunzionamenti e costose manutenzioni.

Sistemi automatici di alimentazione del pellet per caldaie di medie e grandi dimensioni.

Normalmente in una stufa o in una caldaia di piccole dimensioni è presente un serbatoio del pellet dove si carica il combustibile contenuto nei sacchi. In genere contiene una quantità di massimo 5/6 sacchi da 15 kg.

In questa maniera si deve caricare la macchina ogni 1 o 2 giorni. E con la stessa frequenza si deve estrarre la cenere.

Esistono però anche soluzioni che consentono quasi di dimenticarsi della caldaia, ed avere solo il controllo annuale come con una caldaia a gas.

Su certe caldaie possono essere installati sistemi di alimentazione automatici, con serbatoi di grandi dimensioni da poter posizionare anche a distanza, magari interrati. Tali serbatoi possono essere riempiti con i Big Bag, sacchi di grandi dimensioni che contengono circa 10 quintali di prodotto, o addirittura con cisterne.

La cenere poi può essere estratta da sistemi altrettanto automatizzati e deposta in cassetti o bidoni a seconda della potenza della caldaia stessa, e quindi del suo consumo.

Tipologie di apparecchi disponibili:

     PELLET ARIA:

  • Stufe statiche: modelli relativamente economici, silenziosi, preferibili per un solo ambiente o per una casa molto raccolta.
  • Stufe statiche con accumulo: modelli che imitano la funzionalità delle stufe tipiche del Tirolo (stübe), grande comfort per lungo tempo anche dopo lo spegnimento, alta inerzia termica.
  • Stufe ventilate: modelli assai diffusi ma più rumorosi. La ventilazione consente maggiore velocità nella distribuzione del calore e maggiore omogeneità all’interno della stanza.
  • Stufe canalizzate: sono stufe che, tramite la realizzazione di una serie di canalizzazioni, consentono di scaldare molti locali, anche in maniera differenziata.
  • Stufe miste pellet legna: consentono la programmabilità del pellet unita alla bellezza di fiamma e all’economicità della legna. Possono essere mono o bifocolare.
  • Inserti: si possono inserire dentro camini esistenti, in modo di aumentarne l’efficacia

 

     PELLET IDRO:

  • Stufe idro: stufe che hanno al loro interno una caldaia, in grado di produrre acqua primaria per l’impianto di riscaldamento.
  • Stufe idro con produzione sanitario: come le precedenti, ma con uno scambiatore in più per produrre, quando sono accese, acqua calda sanitaria. Non possono sostituire un’altra sorgente di acqua calda, ma solo integrarla.

N.B. Alcune stufe posso coniugare più di una caratteristica di quelle sopraesposte

     CALDAIE:

  • Caldaie con serbatoio pellet integrato: le più economiche. Molto diffuse. Poca autonomia, richiedono molta presenza umana. Disponibili solo in potenze sufficienti per una abitazione, pur se grande.
  • Caldaie con serbatoio remoto: caldaie che consentono autonomie molto maggiori. Il serbatoio, che può essere posizionato nella stessa stanza o in locali vicini, può essere dimensionato in base al formato delle consegne del pellet reperibile in zona.
  • Caldaie con bruciatore a crogiuolo: sistema di combustione simile a quello delle stufe da casa. Semplice, economico, non molto flessibile nell’accettare varie tipologie di pellet.
  • Caldaie con bruciatore eruttivo: sistema più complesso, molto più robusto e versatile.
  • Caldaie con bruciatore ad aria soffiata: sistema estremamente robusto, capace di bruciare con efficacia pellet di qualunque origine e qualità. Insensibili alla quantità di segatura sciolta presente. Disponibili anche per taglie molto grandi.