Come promesso nel precedente articolo iniziamo questa carrellata di soluzioni per migliorare il comfort delle nostre abitazioni con soluzioni più sostenibili. E iniziamo dalla Biomassa, sicuramente la più antica delle energie, perché fin dalla notte dei tempi il genere umano si è sempre scaldato bruciando vegetali.

Quindi partiamo dalla definizione: la biomassa, letteralmente, è tutta quella materia di origine organica, che può essere utilizzata a fini energetici. Quindi anche il letame animale, che viene utilizzato per produrre il biogas, lo è, così come i semi da cui vengono estratti oli combustibili.

Questa volta parleremo però di quelle biomasse che possiamo utilizzare nelle nostre abitazioni. Sostanzialmente si presentano sotto 3 forme diverse: legna in ciocchi e cippato. Per la terza,  il pellet, visto la grande varietà di soluzioni proponibili, abbiamo pensato di dedicargli integralmente il prossimo articolo.

LEGNA DA ARDERE:

La legna in ciocchi è la base di tutto. Viene da sempre estratta dai boschi e dalle foreste ed è utilizzata, dopo un necessario tempo di stagionatura e in varia pezzatura, in stufe, cucine e caldaie. Le macchine che utilizzano questo combustibile prevedono una più o meno costante presenza dell’operatore, contro un basso prezzo di acquisto.

Attenzione però: il prezzo per unità di peso1 può ingannare, nella migliore delle ipotesi si compra anche la scorza del legno, che ha un bassissimo potere calorico e causa molti residui di combustione. Inoltre spesso la legna viene venduta umida, se non appena tagliata. In questo modo si acquista anche acqua e notoriamente l’acqua non brucia!

Nel tempo le apparecchiature a legna sono migliorate in quanto a rendimento e a pulizia di combustione, tanto che oggi anche dei camini (che per forme e dimensioni non sono la soluzione ottimale in quanto a efficienza) riescono ad ottenere le certificazioni sulle emissioni. Le caldaie inoltre sono realizzate anche nella versione a fiamma rovescia2, che consente di prevedere una sola carica al giorno di combustibile.

Una caldaia o una stufa a legna Idro vanno sempre abbinate ad un volano termico3 di capacità adeguata. Grazie anche a questo schema di impianto quasi sempre è possibile installare una macchina con una potenza nominale più bassa di quella a gas o gasolio che si va a sostituire.

Esistono poi sistemi policombustibile, realizzati sia come caldaie che come stufe, in modo da poter abbinare la programmabilità e facilità d’uso del pellet con l’economicità e la piacevolezza della legna.

Se viene scelto un modello “ad aria”, ovvero che scalda direttamente l’ambiente e non un fluido vettore intermedio come l’acqua, per trasportare il calore in altre stanze è possibile canalizzare l’aria calda.

CIPPATO DI LEGNA:

Il passo successivo di lavorazione è il cippato: sono scaglie di legno non trattate in altra maniera. Il fatto di essere di piccola pezzatura consente di realizzare sistemi di alimentazione delle caldaie automatizzati. La produzione prevede solo la frattura del legno originale, senza ulteriori passaggi. Quindi ha un costo basso. Resta il problema della quantità di scorza, che spesso è anche più alta che sulla legna in quanto si utilizzano ramaglie come prodotto di origine, e della quantità di acqua residua. Il costo però è più basso del pellet. Per le dimensioni dei sistemi di alimentazione non possono essere realizzate stufe o caldaie di piccola taglia. È quindi un combustibile che ben si adatta a immobili molto grandi o piccoli agglomerati come agriturismi e borghi storici.

IMPATTO AMBIENTALE:

Nelle sue svariate forme quindi le biomasse sono una soluzione che può risolvere il problema del riscaldamento in ogni situazione, dal piccolo monolocale al grande hotel.

È una soluzione che è CO2 Neutral (la CO2 emessa è pari a quella catturata dalle piante durante la loro crescita, ed è la stessa che le piante riassorbiranno nel ciclo successivo), ovviamente a patto che le foreste rimangano in equilibrio.

A tale scopo segnalo che in Italia dal dopoguerra le foreste hanno costantemente accresciuto sia la superficie occupata che la consistenza per unità di spazio. E la stessa tendenza, con percentuali di crescita più o meno alte, si ha in tutta Europa. Quindi, almeno nel nostro continente, lo sfruttamento della legna ai fini energetici non ha influenze sulla deforestazione, ed anzi ha invece un influsso positivo sulla cura dei boschi, la riforestazione e l’occupazione.

Per quanto riguarda le emissioni di altri inquinanti, con la combustione del legno sono tendenti allo zero, fatto salvo per le polveri sottili e ultrasottili. Queste, pur presenti, sono molto ridotte nelle macchine attuali, tutte certificate con classi di emissione bassissime. Fondamentale utilizzare combustibile di qualità nel caso della legna e pellet certificato.

L’attuale situazione di blocco di molte attività umane, ovviamente fatto salvo il riscaldamento delle abitazioni, ha dimostrato che l’apporto alla produzione delle PM10 e similari da parte del riscaldamento a biomassa è trascurabile. Molto peggiore sono il traffico veicolare, la produzione industriale, i vecchi camini a legna o la caldaia a gasolio.

RISPARMIO ED INCENTIVI CON LA BIOMASSA:

Dal punto di vista economico poi il passaggio alla biomassa come combustibile consente di risparmiare, in base alla situazione di partenza e alla sottocategoria scelta, una quota compresa fra il 30 e l’80%. L’investimento iniziale inoltre è sostenuto da importanti incentivi, come la detrazione fiscale o il conto termico, che possono arrivare a coprire anche il 65% della spesa sostenuta.

TIPOLOGIE DI APPARECCHI A BIOMASSA PER ABITAZIONI E STRUTTURE RICETTIVE:

Legna:

  • Caldaie a legna tradizionali: caldaie molto economiche, necessitano di alimentazione quasi continua (ogni 2/3 ore), basso comfort globale. Installazione in centrale termica.
  • Caldaie a legna a fiamma rovescia: caldaie più evolute, disponibili con molte taglie di potenza, nelle più grandi possono essere automatizzate anche la pulizia interna e l’estrazione della cenere. Buon comfort globale, ma comunque prevedono un certo impegno di gestione. Bassi costi di combustibile. Installazione in centrale termica.
  • Caldaie legna pellet: al prezzo di un maggior costo iniziale, e di un ingombro maggiore, consentono di abbinare l’economicità della legna, magari autoprodotta in alcuni casi, con la facilità d’uso e la continuità di servizio del pellet.
  • Termocucine: apparecchi polivalenti, che consentono anche di cucinare con lo stesso calore della legna bruciata. Necessitano di legna in pezzatura più piccola delle caldaie, quindi con un costo un po’ più alto. Alimentazione continua, buoni rendimenti anche se non eccezionali. Sono amate da chi vive la casa e apprezza la cucina tradizionale dalle cotture lente.
  • Stufe a legna Idro: stufe collegate all’impianto di riscaldamento, ovvero ai radiatori o all’impianto a pavimento radiante. Scaldano sia il locale dove sono installate che le altre stanze dell’abitazione. Necessitano di alimentazione continua (ogni 2/3 ore)
  • Stufe a legna aria: stufe che scaldano principalmente il locale ove sono installate. Se canalizzate possono scaldare anche ambienti vicini. Necessitano di alimentazione continua (ogni 2/3 ore)
  • Inserto camino: macchina da inserire nel focolare di un vecchio camino, per aumentare rendimento e ridurre i consumi e le emissioni. Necessitano di alimentazione continua (ogni 2/3 ore)
  • Camini e termocamini: apparecchi da rivestire in sintonia con l’arredamento della casa. Nella versione termo sono collegati ai radiatori della casa. Necessitano di alimentazione continua (ogni 2/3 ore)

Cippato:

  • Caldaie a cippato – bruciatore eruttivo: alimentazione con coclea. Abbastanza economiche. Necessitano di cippato di buona qualità con poca umidità e contenuta percentuale di scorza.
  • Caldaie a cippato – bruciatore griglia fissa: alimentazione con coclea. Abbastanza economiche. Ricevono anche cippato di scarsa qualità, con alto contenuto di polveri e/o di pezzatura non omogenea, ma con basso contenuto di umidità.
  • Caldaie a cippato – bruciatore con griglia mobile: alimentazione con coclea o doppia coclea o nastro metallico. Ricevono qualunque tipo di biomassa, anche con percentuali di umidità molto alte. La loro camera di combustione è simile concettualmente a quella degli inceneritori. Alti costi, assoluta intercambiabilità del combustibile.

 

 

Glossario

  1. Unità di Peso: quasi sempre la legna è venduta a quintale, anche se in alcune zone d’Italia è in vigore il “metrostero”
  2. Fiamma Rovescia: tecnologia che consente di immagazzinare in una camera di combustione una quantità di legna più elevata, ma bruciando poco per volta i tronchi. Si ottiene insufflando l’aria dall’alto e facendo sì che la fiamma esca dal basso in una apposita fessura. Da questo il nome.
  3. Volano termico: sistema di accumulo di acqua, di solito la stessa che circola all’interno della caldaia e dei termosifoni, ben coibentato. Serve a rendere indipendente la produzione del calore dal suo sfruttamento, in modo da ottimizzare il comfort e il consumo al tempo stesso. Viene dimensionato in fase progettuale, ma di solito per un appartamento oscilla fra i 200 e i 500 litri.